Curiosità

Passeggeri imbarcati sul volo sbagliato!

Signorina, a che ora arriveremo a Roma?». La signorina, che poi è una hostess di Air One – o, per meglio dire, della nuova compagnia di bandiera Cai – sbianca, fissa il passeggero e sibila la risposta. «Guardi che questo volo è diretto a Napoli, non a Roma. Ci dev’essere stato un equivoco». Altro che equivoco. Un pomeriggio surreale.

spaventato1Succede che i passeggeri del volo AP 6859 delle 17,10 in partenza ieri da Caselle e diretto a Roma Fiumicino, alle 17,20 sono seduti sull’aereo sbagliato. Pronto a decollare per Napoli. E non lo sanno. Lo scoprono soltanto grazie a un’«innocente» domanda che dà il via a un’ora da avanspettacolo sulla pista dello scalo. Li sballottano da una parte all’altra prima di trovare il loro aereo, quello giusto, e raggiungere la capitale con quasi un’ora e mezzo di ritardo.

Storia di una disavventura che comincia quando manca una manciata di minuti alle cinque. Oltre cento persone vengono caricate sulla navetta. Il bus si ferma ai piedi del velivolo: sono le 16,50, orario perfetto. Peccato che poi le porte del mezzo restino sbarrate fino alle 17,20. Adesso è tardi, si sarebbe dovuti partire già da dieci minuti.

Salgono in tutta fretta. C’è anche una mamma con pargolo e passeggino al seguito. Hostess e steward non sembrano aver nessuna premura. Anzi, sono un po’ straniti: come mai i passeggeri sono a bordo mezz’ora prima del decollo? E perché si spintonano e scalpitano per piazzare il loro bagaglio? Il perché lo svela una domanda banale. La «truppa» crede di essere stata imbarcata sul volo per Roma. Invece è finita sull’aereo sbagliato.

Attimi di panico. «Ma allora il nostro volo è partito senza di noi». No, è vuoto e fermo. Ha un problema alla bombola d’ossigeno e il comandante non ne vuole sapere di decollare. Mentre i tecnici si affannano intorno all’aereo giusto – e guasto – tra hostess e aeroporto i telefoni sono bollenti. «Ci avete mandato i passeggeri sbagliati. Questi signori devono andare a Roma». E infatti li fanno scendere; le navette sono ancora lì, le porte si richiudono e si riparte verso un altro velivolo.

Non è finita. Restano a terra, davanti al nuovo aereo, per mezz’ora, in piedi sulla pista, le orecchie tempestate dal rombo dei motori, mentre il comandante e il personale dello scalo litigano. I passeggeri sono tramortiti. Provano a rassicurarli: «Un po’ di pazienza, se il guasto viene riparato si parte, altrimenti c’è il volo delle 20,50». Altro che rassicurazioni, si scatena la rivolta: «Così le ore di ritardo diventerebbero quattro». Per fortuna, alle 18,15 si parte. Incrociando le dita per la bombola d’ossigeno miracolosamente riparata in un amen.

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