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Fiumicino: ATR 72 fuori pista # Aggiornamento 4 #

Un ATR 72-500 Alitalia, ma operato dalla romena Carpatair, proveniente da Pisa con 50 persone a bordo, è uscito fuori pista durante le operazioni di atterraggio a Fiumicino. Sono 16 gli occupanti feriti, di cui 2 in maniera grave ma non in pericolo di vita.

Secondo una nota ufficiale della compagnia, il velivolo con marche YR-ATS è uscito fuori pista a causa del forte vento.

Il volo AZ1670 era decollato da Pisa alle 19.15, ed è atterrato a Roma Fiumicino alle 20.32. La pista in uso per l’atterraggio era la 16L. Il velivolo, come mostrano le foto, ha subito ingenti danni al carrello, fusoliera (soprattutto a prua) ad al motore ed elica destra.
Stando al report di AVHerald ed alle dichiarazioni rilasciate dai passeggeri, “l’aereo mentre si avvicinava all’aeroporto di Fiumicino è sceso molto velocemente, c’erano fortissime raffiche di vento”, “durante la fase di atterraggio quando ha toccato terra l’aereo ha fatto un primo sobbalzo, quindi un secondo più forte e poi un terzo ancora più forte poi l’aereo è scivolato sul lato sinistro”.

I METAR di Fiumicino al momento dell’incidente:

  • LIRF 021950Z 25023KT 9999 SCT023 SCT040 11/03 Q0992 NOSIG
  • LIRF 021920Z 25028G41KT 9999 SCT023 SCT040 11/04 Q0992 WS RWY 16L NOSIG
  • LIRF 021850Z 24024KT 9999 FEW023 SCT040 11/04 Q0992 WS RWY 16L NOSIG

e quelli di Ciampino:

  • LIRA 021915Z 25009G22KT 210V300 9999 SCT017 SCT030 10/04 Q0991
  • LIRA 021945Z 25008G20KT 210V290 9999 SCT017 SCT030 10/03 Q0992

Come evidenziato dai METAR di Fiumicino, il vento al momento dell’incidente proveniva da 250° con un’intensità di 28 nodi, con raffiche a 41, a Ciampino le condizioni erano simili. Quindi l’ATR 72 è atterrato sulla pista 16L (prua 160°) con un vento proveniente da 250°, ovvero di traverso. In queste condizioni atterrare diventa abbastanza difficoltoso, perchè il vento tende a far “scarrocciare” l’aereo. Per affrontare il vento di traverso il pilota deve adottare una tecnica che gli consenta di atterrare senza stressare il carrello, come ad esempio in questo caso:

Nel METAR di LIRF (Fiumicino) compare la sigla WS, cioè wind shear, un fenomeno atmosferico che consiste in una variazione improvvisa del vento in intensità e direzione. E’ la situazione più difficile che un pilota possa incontrare in fase di atterraggio, anche perchè è un fenomeno imprevedibile. La sigla WS è seguita da RWY 16L, che sta ad indicare la pista 16L. Il METAR parla chiaro: al momento dell’atterraggio c’era la possibilità di wind shear sulla pista 16L… perchè atterrare proprio lì viste le condizioni proibitive?

Analizzando le dichiarazioni dei passeggeri e confrontandole con i dati meteo, sembra che l’aereo sia stato spinto violentemente verso terra dal wind shear. Probabilmente il pilota ha cercato di riguadagnare quota o di “riattaccare”, ma ormai era troppo tardi, ecco perchè i passeggeri affermano di aver avvertito 3 sobbalzi.

L’Aeroporto di Fiumicino ‘Leonardo da Vinci’ ha 2 piste orientate 16-34, ovvero Nord-Sud, ed una orientata 07-25, ovvero Est-Ovest. Considerando che il vento proveniva da 250°, quindi da Ovest, la pista ideale per l’atterraggio era la 25. Purtroppo la pista 25 di Fiumicino è fuori uso per gli atterraggi, sono consentiti solo decolli, come da NOTAM:

A0480/13 – RUNWAY 07/25 AVBL AS FLW DUE TO WIP: RUNWAY 07: LDG AND TKOF NOT ALLOWED. RUNWAY 25: LDG NOT ALLOWED, TKOF ALLOWED ONLY FROM ‘INT TAKE-OFF BB’ REF AIP AD 2 LIRF 2-1 AND AD 2 LIRF 1-5 ITEM 13. 28 JAN 05:01 2013 UNTIL 14 FEB 23:00 2013. CREATED: 27 JAN 12:33 2013

Il pilota, in base alle condizioni meteo sull’aeroporto di destinazione, ha la facoltà di richiedere di atterrare su una pista diversa o scegliere un altro aeroporto (alternato).

fiumicino_alitalia_carpatair_incidente

Non conosco le limitazioni dell’ ATR 72, e non sono riuscito a recuperare dati “ufficiali”, ma cercando su internet ho letto che può atterrare con un vento laterale (crosswind limitations) al massimo di 35 nodi con pista asciutta, 30 nodi con pista umida e 25 con pista bagnata.

Stando alle informazioni in nostro possesso, si può ipotizzare che il pilota abbia gestito male l’eccessiva componente laterale del vento o un eventuale wind shear, concludendo l’atterraggio fuori pista. Solo un’indagine dell’ ANSV (Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo) potrà levare ogni dubbio.

Questo incidente ha generato molte polemiche, indipendenti dall’incidente stesso, che riguardano soprattutto le modalità con cui i vertici di Alitalia stanno gestendo l’azienda.

La compagnia di bandiera ha subappaltato alla romena Carpatair alcuni voli nazionali (da Roma a Bologna, da Roma a Pisa, da Roma ad Ancona, andata e ritorno); durante questi voli, nell’ultimo mese e mezzo, sono stati rilevati 4 incidenti (5 con quello di ieri) ed 11 verifiche tecniche. La gara d’appalto è stata vinta da Carpatair nel febbraio 2012, ieri (02/02/2012) subito dopo l’incidente Alitalia ha sospeso i voli con Carpatair.
I velivoli utilizzati da Carpatair sono stati vittime di guasti ed incidenti, l’ATR precipitato ieri sera aveva sofferto un guasto all’impianto di pressurizzazione a gennaio ed una perdita di carburante in volo a dicembre. A causa dei continui guasti, a gennaio era stato revocato il subappalto sulla tratta Roma – Ancona, in quell’occasione era stato segnalato “troppo caldo in cabina”.

La formula con cui Carpatair opera è quella del wet lease: mette a disposizione aerei, equipaggio, manutenzione, assicurazione per conto di Alitalia. Ma gli standard qualitativi del servizio offerto sono di gran lunga inferiori rispetto a quelli di Alitalia [come dichiarato dal responsabile nazionale Piloti-Ugl Trasporti, Cordiale Miccio] … ma chi controlla Carpatair?
La cosa strana è che Alitalia a dicembre 2012 ha mandato in cassa integrazione altri dipendenti, oltre quelli già cassa integrati nei mesi precedenti. Però a fine dicembre ha subappaltato dei voli interni alla Carpatair. Perchè mandare via dei propri dipendenti e far svolgere il lavoro ad altri? Inoltre l’ATR 72 coinvolto nell’incidente è stato acquistato da Carpatair il 21 dicembre, ed è stato subito verniciato con la livrea di Alitalia. Carpatair non ha mai usato l’aereo per i propri voli.
Quindi è come se Alitalia, per non acquistare direttamente dei nuovi ATR, li abbia acquistati attraverso Carpatair, utilizzando anche il loro personale. Perchè tutto questo? Per risparmiare….

A questa stranezza se ne aggiunge un’altra, come ho appreso da www.ilpost.it:
Da notare che la nuova Alitalia ha una politica tutta sua con gli aeroplani che fa volare oggi. Prima, com’è prassi in tutto il mondo, erano registrati in Italia, cioè nello stato della compagnia, e in parte di proprietà e in parte in leasing, come sempre accade. La registrazione italiana è una “I” maiuscola, a cui seguono quattro lettere, da I-AAAA a I-ZZZZ. Oggi la stragrande maggioranza dei velivoli in possesso di Alitalia (gli A320 e gli altri) sono però con matricola irlandese “EI”, perché sono presi in leasing da grandi fornitori del settore con sede in Irlanda per motivi anche fiscali (anche l’Irlanda segue uno schema di immatricolazione basato su lettere: da EI-AAA a EI-ZZZ). Non solo: secondo alcuni la matricola “EI” è stata richiesta dai fornitori degli aerei per sottrarre i velivoli al rischio di sequestro in caso di crisi di Alitalia: il fornitore del leasing se li riprende subito (com’è successo con Málev, ad esempio) perché beni registrati in altro paese e quindi non sotto la giurisdizione del giudice fallimentare italiano, che si pensa dovrebbe avviare una rogatoria internazionale per poterli bloccare a terra a copertura di possibili debiti dell’azienda. Un bel ferry flight notturno e se ne riparla molti anni dopo, insomma…

  • via: www.corriere.it, www.assinews.it, www.romatoday.it, www.ilpost.it

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8 Commenti

  1. Premetto che la parte tecnica dell’articolo è scritta molto bene (magari la stampa pubblicasse articoli così!). Ciò che più mi ha fatto innervosire di tutta questa storia è stato il collegamento (inesistente) tra l’incidente e l’appalto a Carpatair. Sarà l’indagine a dirci se la compagnia non ha rispettato delle normative, di certo non ha alcun senso che a giudicare V3 dal punto di vista tecnico siano i giornalisti o i sindacalisti Alitalia! Vorrei vedere cosa dicono di EI-DIP ed EI-DIR dal punto di vista della qualità (per come la intendono loro).

    Infine, non credo che Alitalia riesca a pagare meno tasse immatricolando aerei in Irlanda. L’unico motivo è quello spiegato nel mio commento precedente (l’Irlanda è l’unico paese europeo ad aver aderito al trattato di Cape Town)

    @Andrea: gli ATR72 non sono visibili su FR24 in quanto non dotati di sistema ADS-B. Il piano di volo era N0283F170 ELB M729 GILIO

  2. Ciao Riccardo,
    che gli standard qualitativi di Carpatair fossero in certo modo “inferiori” a quelli di Alitalia non lo dico io, ma il responsabile nazionale Piloti-Ugl Trasporti, Cordiale Miccio, «Carpatair ha dimostrato di non avere lo stesso standard di qualità, regolarità e puntualità nei confronti dei passeggeri nei voli operati in wet leasing».
    Lo scopo dall’articolo non era quello di far risultare Carpatair come una compagnia Bidone, in quanto mi sono limitato a riportare informazioni di dominio pubblico, piuttosto di aggiungere informazioni che giornali e telegiornali non sono state riportate in maniera corretta. Come al solito si parla di “vuoti d’aria” o stupidaggini simili, quando invece ad esempio basterebbe consultare i METAR per capire quali fossero le condizioni meteo sull’aeroporto o leggere i NOTAM per capire come mai non sia stata utilizzata la pista 25.
    La “stranezza” che ho riportato sull’immatricolazione dei velivoli EI è provocatoria; immatricolare i velivoli in Irlanda serve essenzialmente a pagare meno tasse, cosa scandalosa per Alitalia che ha ricevuto soldi pubblici per restare in vita, oltre al fatto che è la compagnia di bandiera e mi aspetterei di leggere matricole italiane sui suoi velivoli.
    La “stranezza” del sub appalto sta nel fatto che inizialmente era previsto che Carpatair gestisse tratte tra Italia e Romania (questo lo dice il presidente di Avia, Antonio Di Vietri), ma in un secondo momento l’appalto è stato “dirottato” su tratte interne, a discapito di dipendenti che sono stati mandati in cassa integrazione.
    Inoltre il contratto di subappalto non è stato rescisso, ma solo sospeso.

  3. complimenti per i dettagli, mi trovo d’accordo con le tue considerazioni, grazie di aver inserito i dati metar, stasera vorrei provare a fare il volo sul mio simulatore, ( per una mia curiosita personale, l’atr e hno dei miei aerei preferiti ) vorrei riprodurre le stesse condizioni meteo, sai anche dirmi il piano di volo o per lo meno la star? io ho cercato in giro ma non sono riuscito a trovare nulla.
    grazie ciao
    Andrea

  4. Gli standard qualitativi di Carpatair sono in linea con le norme vigenti, quindi non possono essere di gran lunga inferiori a quelli di Alitalia. Il fatto che ci siano stati inconvenienti tecnici nei mesi scorsi non può essere indice di minore attenzione alla sicurezza Gli inconvenienti ce li hanno tutti, Alitalia inclusa, ma nessuno lo scrive sul giornale. Il collegamento tra Carpatair e Bidone mi sembra folle, se fatto sulla base di un incidente di cui non si conoscono le cause e di inconvenienti che avvengono quotidianamente in tutte le compagnie aeree (vedere il sito avherald.com per farsi un’idea). Alitalia, che ha tutto l’interesse nello scaricare colpe su Carpatair, ha fatto la geniale mossa di interrompere il contratto con V3 proprio a questo scopo.

    Inoltre, la “stranezza” di registrare velivoli con marche EI- non è affatto una stranezza. In cambio della sicurezza di poter riottenere i velivoli in caso di fallimento, la società proprietaria degli stessi offre un leasing a prezzo inferiore.

  5. Da http://www.iljournal.it/?p=435652 leggo che:
    “L’acquisto del biglietto avviene attraverso i canali Alitalia. Nella presentazione del volo viene specificato che verrà effettuato da una compagnia diversa. Nel riepilogo e sul biglietto il nome Carpatair viene però sostituito con la dicitura IATA V3, dove IATA sta per International Air Transport Association, un’organizzazione internazionale di compagnie aeree che riunisce e regola i servizi che queste ultime forniscono.
    V3 identifica invece la Carpatair.”

    Per quanto riguarda la livrea… è una pratica “comune” a tutte le compagnie aeree coprire il logo dopo un incidente per evitare che si diffonda un’immagine negativa dell’azienda, soprattutto nel caso in cui l’aereo era operato da un altro vettore.

    Secondo me potevano pensarci prima, e verificare gli standard qualitativi di Carpatair prima di assegnargli il subappalto.

    Se ci fai caso, nelle foto non si vedono più neanche i finestrini dell’aereo… è come se hanno applicato un grande adesivo bianco su tutto l’aereo!

  6. Mi chiedo se al momento dell’acquisto del biglietto sia possibile capire da chi sia effettivamente gestito il velivolo. Ho sempre comprato biglietti Alitalia confidando in una maggiore attenzione alla sicurezza, ma adesso mi viene il dubbio di aver preso sempre bidoni!
    Inoltre ho letto che nel giro di poche ore dall’incidente il velivolo ha cambiato subito vestito… tutti i loghi Alitalia sono stati tolti! Mah..!

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