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Neptune Strike 2024: anche la Marina Militare ha partecipato all’esercitazione NATO

Si è svolta tra il 26 aprile ed il 10 maggio l’esercitazione Neptune Strike 24-1, l’esercitazione aeronavale organizzata e condotta dal Naval Striking and Support Forces NATO (STRIKFORNATO).

Gli obiettivi dell’esercitazione Neptune Strike (NEST), che rientra nel Progetto Neptune nato nel 2020, sono quelli di dimostrare la prontezza dell’Alleanza NATO nelle operazioni multi-dominio, rafforzare la capacità di deterrenza della NATO attraverso lo svolgimento di attività “Enhanced Vigilance” (sorveglianza marittima avanzata), e di integrare le forze navali e anfibie degli Alleati sotto il Comando del Naval Striking and Supporting forces NATO.

In questa edizione della Neptune Strike, la NATO ha stabilito un Forward Command Element (FCE) a bordo di un’unità galleggiante per dimostrare la sua capacità di poter dispiegare – ovunque e in qualsiasi momento – elementi di comando mobili autosufficienti. Inoltre durante l’esercitazione, per la prima volta, la portaerei francese Charles de Gaulle è passata sotto il controllo operativo della NATO.

L’attività, caratterizzata da una natura strettamente difensiva e focalizzata nell’integrazione tra forze Alleate, si distingue per la sua natura multinazionale e multi-dominio.

Infatti a questa prima fase della Neptune Strike 2024 hanno partecipato oltre 15 nazioni: Albania, Bulgaria, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Spagna, Regno Unito, Stati Uniti. Da segnalare anche la prima partecipazione della Turchina all’esercitazione Neptune e della Svezia come neo-alleato.

Gli assetti navali coinvolti sono stati:

  • 4 navi francesi, tra cui la portaerei Charles de Gaulle
  • 4 navi spagnole, compresa la portaerei Juan Carlos I
  • 1 nave italiana, l’incrociatore portaeromobili Giuseppe Garibaldi
  • 1 nave greca
  • 3 navi turche, tra cui la nave d’assalto anfibio ANADOLU
  • 4 sottomarini (Grecia, Francia, Italia, Norvegia)

A supporto degli assetti navali, hanno preso parte all’esercitazione velivoli italiani e francesi:

  • Rafale dell’Aviazione navale francese
  • AV-8B Plus della Marina Militare
  • F-35B della Marina Militare

Lo scorso 6 maggio abbiamo avuto l’opportunità di assistere da vicino ad una delle fasi dell’esercitazione.

Nella prima parte della giornata abbiamo fatto visita alla base MARISTAER Grottaglie dove sono basati gli AV-8B Plus della Marina Militare. Qui si sono rischierati 4 velivoli Dassault Rafale dell’Aviazione navale francese per addestrarsi insieme ai “Lupi” del Gruppo Aerei Imbarcati. A partire da ottobre 2024 Grottaglie ospiterà anche gli F-35B della Marina Militare.

Nella seconda parte della mattinata siamo saliti a bordo dell’incrociatore portaeromobili Giuseppe Garibaldi dove siamo stati accolti dall’ammiraglio Giacinto Sciandra, comandante della Seconda Divisione e del Carrier Strike Group italiano.

Queste le su parole con le quali ha presentato l’esercitazione: “L’obiettivo principale che perseguiamo con la NEST è il mantenimento della libertà di navigazione e di manovra nei nodi marittimi strategici (chockepoints), condurre attività di deterrenza e vigilanza, e aumentare l’interoperabilità per promuovere le capacità della NATO.

Successivamente abbiamo assistito all’attività esercitativa che prevedeva un’attacco aereo ai danni del Cacciatorpediniere Andrea Doria.

Le unità navali sono state sorvolate dagli AV-8B Plus, Rafale e F-35B.

L’identificazione e respingimento di una minaccia di questo tipo avviene tramite una difesa stratificata che, anche grazie alla componente aerotattica, ha l’obiettivo di evitare penetrazioni dall’esterno. La protezione dell’ “High Value Asset” è uno dei contesti addestrativi che abbiamo già imparato a conoscere nella scorsa edizione dell’esercitazione Mare Aperto.

Come riportato dall’ Allied Joint Force Command NATO, “il bilancio finale dell’esercitazione è stato positivo. Gli obiettivi principali prefissati con la NEST sono stati raggiunti: le forze alleate coinvolte, costituite in totale da 5.500 uomini sotto la bandiera della NATO, hanno svolto le loro missioni in tutti i domini – aereo, marittimo, terrestre e cyber – e conseguendo successi sul campo di battaglia in molteplici aree operative congiunte (JOA Joint Operational Areas) che si estendono dalle acque territoriali svedesi fino a Creta nel Mediterraneo orientale.

Per raggiungere questo obiettivo, gli aerei da combattimento decollati dai ponti di volo delle portaerei nel Mediterraneo, grazie anche alle capacità di rifornimento in volo, possono estendere la loro portata per colpire obiettivi nell’Europa settentrionale e sudorientale.

Grazie alle attività svolte con la Neptune Strike, l’Alleanza può migliorare in modo significativo l’interoperabilità tra le risorse dei vari Stati membri per far rispettare gli obiettivi comuni della NATO: scoraggiare e difendere ogni centimetro dei suoi territori.

 

Foto di Andrea Bellandi

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