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Il Lomcovak delle Frecce Tricolori in slow motion

Il programma acrobatico delle Frecce Tricolori prevede 18 manovre in sequenza, una delle quali molto particolare: il “Lomcovák” (o in alcuni casi chiamata Lomcevak). Fu introdotta per la prima volta nel programma della Pattuglia Acrobatica Nazionale da Gian Battista Molinaro (all’epoca il Solista) nella primavera del 1982 insieme alla “scampanata”.

Si tratta di una manovra giroscopica divenuta popolare a partire dagli anni ’60 quando il pilota Ladislav Bezák la ripropose nei suoi programmi acrobatici. Il nome deriva dalla parola “Lomcovat” che in Moravia (parte orientale della Repubblica Ceca) sta ad indicare l’andamento barcollante di un uomo ubriaco. In effetti può dare l’impressione che ai comandi dell’aereo ci sia un pilota un pò… “alticcio”.

Esistono cinque versioni di base del Lomcovak e per ciascuna esistono diverse varianti.

Contrariamente a quanto può sembrare il lomcovák non è una figura casuale o incontrollata. Bensì consiste in una serie di manovre ben definite che il pilota esegue in sequenza sfruttando una quarta forza aerodinamica oltre le classiche tre: la precessione giroscopica generata dal disco dell’elica e quindi controllabile tramite la manetta motore.

L’ Aermacchi MB-339 è l’unico jet in grado di eseguire questa manovra che – solo in teoria – può essere eseguita da aerei ad elica. L’MB-339 del solista durante il programma acrobatico esegue una salita verticale mentre compie alcuni tonneau, generando l’inerzia necessaria per avviare una rotazione con successiva manovra in discesa.  Tutto dura pochi istanti e da terra non sempre risulta ben visibile.

In questo video in slow motion è possibile apprezzare il lomcovak del Solista in ogni suo particolare:

In quest’altro filmato, a partire dal minuto 5:44, si può rivivere la stessa manovra dall’interno del cockpit dell’MB-339

Nel volume n° 3 de “La Meravigliosa Avventura – Storia del volo acrobatico” di Renato Rocchi, Molinaro racconta come è nata questa manovra nel lontano 1982 sopra i cieli di Galatina, quando la Pattuglia Acrobatica Nazionale aveva appena ricevuto i nuovi Aermacchi MB-339 al posto dei FIAT G.91

“Il 339 è una macchina completamente diversa, mi sono reso conto subito che permetteva delle cose che il 91 non poteva fare, a scapito di una maggiore velocità, di una maggiore spettacolarità… è una macchina d’addestramento che perdona molte cose, ma soprattutto molto più simile ad un velivolo ad elica – come aerodinamica – in quanto ti permette delle prestazioni che andavano sfruttate… e devo dire che nessuno si è permesso di darmi dei consigli sulle possibilità della macchina, nè di suggerirmi  nuove figure e  tanto meno di spingermi a provare. Mi è stato facile scoprire la scampanata, mentre la manovra del lomcovák l’ho studiata attentamente a tavolino – momento per momento – per individuare e risolvere eventuali problemi. Un’idea che tenevo nel cassetto da oltre un mese. ”

G.B. Molinaro prosegue il racconto, spiegando come si esegue la figura: “L’ingresso è una richiamata, aeroplano ‘in piedi’, in verticale, si inizia una rotazione a sinistra, cioè un tonneau a sinistra, per far acquisire una certa inerzia di rotazione alla macchina. Lo si stalla mentre ruota in negativo; è una specie di frullino in salita in negativo, quindi l’aeroplano inizia questo ribaltamento fino a quando perde tutta l’energia e cade sulla coda o di muso con l’applicazione di tutto motore… questo ovviamente per cercare di mantenere il più alto livello di energia possibile. La manovra viene effettuata tra i 3000 e i 3500 piedi, mai al di sotto. Da ‘imbarcato’ effettuavo anche 4 giri, dipendeva anche dal centraggio del carburante. Se avevo più o meno carburante era molto importante. Il campo dei ‘G’ era attorno ai 4,5/5 positivi e 0,5/2 negativi.”

Chissà se l’Aermacchi M-345HET, successore dell’MB-339, sarà in grado di replicare questa manovra che rappresenta una particolarità nel programma acrobatico delle Frecce Tricolori…

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