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L’Aquila Air Show 2023 e il Piaggio P.166C I-FENI

Nel weekend del 27 e 28 maggio si è svolto presso l’Aeroporto dei Parchi “Giuliana Tamburro” di Preturo (AQ) l’ “Airshow L’Aquila 2023”.

Non si tratta certo del primo airshow organizzato sull’aeroporto, per i meno giovani ricordiamo che nell’incantevole valle dove sorge l’aeroporto si sono esibiti, tra gli altri, un demo di A-10 Thunderbolt II, Sukhoi Su-27 Flanker, e un nome su tutti, Svetlana Kapanina, campionessa di acrobazia nota in tutto il mondo: saltando al passato recente dal 2020 la Sunrise Aviation si occupa della gestione dell’aeroporto e della scuola di volo (ricordiamo nel 2022 l’organizzazione di una trasferta fino ad Honninsvag, l’aeroporto più a nord d’Europa!), e già nel 2022 un evento era stato organizzato per festeggiare la nuova gestione.

Tra i partner dell’edizione 2023 ci sono Historical Aircraft Group Italy, Aeroclub di Roma, l’Assessorato al Turismo del Comune dell’Aquila, e non poteva mancare Aeronautica Militare, quest’ultima in concomitanza con il Centenario della sua fondazione. La ricorrenza prevedeva inizialmente l’apporto delle Frecce Tricolori,  annullato in seguito alla tragica scomparsa del compianto Capitano Alessio Ghersi: essendo un anno così significativo l’Aeronautica Militare ha comunque partecipato con un simulatore ludico del MB339 delle Frecce Tricolori, l’Info-point e lo stand dedicato ai prodotti editoriali, e dulcis in fundo un HH-139 del 15°Stormo del 84° Centro SAR .

Noi di From The Skies abbiamo avuto la straordinaria fortuna di potere raggiungere la manifestazione con una delle macchine più insolite e affascinanti tra i partecipanti di HAG Italy, il Piaggio P.166C I-FENI.

  • Qualche cenno sul Piaggio P.166C I-FENI

Le marche del velivolo rimandano immediatamente ai Fenicotteri, l’emblema del 303° Gruppo Volo Autonomo, il reparto di Aeronautica Militare Italiana nel quale si sono conosciuti l’allora Capitano Giuseppe Anastasi, direttore tecnico del gruppo, ed il Tenente pilota  Fabrizio Pivetta. Dopo aver trascorso anni straordinari insieme nel gruppo, i due hanno intrapreso percorsi professionali differenti, conservando il “Piaggione” nel cuore.

Nel 2000 il 303° GVA viene chiuso, ma il richiamo del Piaggione è sempre forte nei loro cuori, finché i due non si imbattono nella cellula, ridotta parecchio male per la verità, del P.166 I-PIAS. Dopo 9 anni, 17000 ore di lavoro ed un imprecisato numero di ostacoli burocratici e logistici , la tenacia e caparbietà di questo duo, unite all’inestimabile supporto di tecnici che hanno lavorato per anni con il P.166 , di Club Aviazione Popolare e di HAG Italy, ridanno vita a questo magnifico bimotore dall’architettura unica. Così nell’estate 2011 il “nuovo” velivolo comincia ad effettuare i primi rullaggi, finché il 2 novembre dello stesso anno un I-FENI in una smagliante livrea bianca stacca le ruote da terra, in uno dei voli più emozionanti della vita di questi appassionati, anzi innamorati piloti.

Abbiamo avuto la fortuna di vedere il P.166 al Fly Party 2016, e proprio quando pensavamo che non potesse diventare più bello di così, ecco che nel 2020, in preparazione del Centenario di AM, viene riverniciato nei colori del 303 GVA! Nel 2021 abbiamo avuto la splendida occasione di volare in formazione con il P.166 “militarizzato” durante il Raduno di Fine Estate HAG, utilizzando come chase plane l’iconico Aeromere Falco F.8L I-MILI, anche lui parte del gruppo dei Fenicotteri.

Sabato 27 Maggio giungiamo all’aviosuperficie “Alvaro Leonardi” di Terni, e il Piaggione ci aspetta fuori ancora avvolto dalle coperture, tolte le quali incominciano le ispezioni pre-volo che richiedono un bel po’ di tempo. Una volta a bordo l’aereo si rivela davvero accogliente, dopotutto è pur sempre un modello -C, che in passato ha servito come aerotaxi, a bordo c’è perfino un tavolino pieghevole, insomma il comfort di un aereo civile con il fascino di una livrea militare. Il cockpit è di poco rialzato rispetto alla cabina per i passeggeri e  decido di prendere uno dei due posti rivolto in senso contrario alla direzione di volo per potere fotografare la peculiare ala a gabbiano, elica spingente e tip alare.

Allineati per pista 27 il rombo dei due Lycoming IGSO 5401C da 380hp cresce d’intensità, e rilasciati i freni la spinta è veramente notevole, in una dozzina di secondi siamo in aria, rotta per l’aeroporto dei Parchi! Il panorama è meraviglioso, un trionfo ininterrotto di verde e piccoli centri rurali arroccati qui e là, il meteo è perfetto, nonostante da terra l’aereo sia decisamente rumoroso la cabina è piuttosto silenziosa.

Parlando con Fabrizio Pivetta, il nostro pilota, scopriamo che sarà possibile ammirare il Piaggio in mostra statica sia all’airshow previsto a Pratica di Mare a giugno che al RIAT a luglio, e che il Piaggione ha girato già mezza Europa: Solenzara, Waddington, Lampedusa, Pantelleria, naturalmente il Fly Party… in poco meno di 30 minuti siamo già in finale per pista 18, dove salta all’occhio fin da subito la presenza del gigantesco S-64F Skycrane dei Vigili del Fuoco.

Terminato il rullaggio scorgiamo già diversi volti amici oltre alla presenza di noti ed apprezzati piloti e aeroplani. Una efficiente organizzazione ci indirizza a prendere i pass mentre i piloti sono impegnati nel briefing precedente le prove della giornata di sabato. Direttore di manifestazione è l’inossidabile Sergio Maron, che dopo anni passati nei cockpit di autentiche leggende alate come T-6 ed F-84F si impegna a rendere partecipe il pubblico delle manifestazioni aeree snocciolando dati su qualunque macchina si stacchi da terra, e descrivendo con parole semplici le tecniche e le acrobazie effettuate dai vari performer.

 

 

  • Aquila Airshow 2023

Lo show si apre con un Maule MX-7 235  che traina un aliante acrobatico ASK21 con Pietro Filippini e Iwan Piccioni nel cockpit. Si tratta di due figure di riferimento del mondo del volo a vela: il primo è un maestro di riferimento per qualunque aliantista italiano, al quale in pratica dobbiamo l’esistenza di questa disciplina in Italia, il secondo è l’atleta paralimpico vincitore del Campionato Italiano Classe Sport 2022.

All’esibizione dell’ASK21, coordinata con una colonna sonora di musica classica, segue il decollo della Formazione HAG, alla quale prendono parte il Focke Wulf Piaggio P.149, l’F8L Falco di V serie I-ALDI, e il Falco F-8L di III serie America I-CECI. Il leader della formazione avrebbe dovuto essere il Piaggione, che sfortunatamente rimane a terra a causa di un problema tecnico: dalle poche righe lette prima avrete già intuito la caparbietà e la professionalità dei Fenicotteri, che invece di godersi lo show si mettono alacremente al lavoro risolvendo l’inconveniente.

Ma guardiamo da vicino i fantastici aerei della Formazione HAG: il Focke Wulf-Piaggio 149 è caratterizzato da una livrea che riproduce l’unica mai sfoggiata da Aeronautica Militare Italiana, ovvero quella del prototipo MM559 utilizzato durante gli anni ’60 dall’addetto diplomatico dell’ambasciata italiana in Germania Ovest.

I due Falchi, così simili apparentemente, sono in realtà totalmente differenti: I-CECI è stato costruito dalla Aeromere di Trento nel 1959, esprime la forma “classica” del Falco adattata ai requisiti di aeronavigabilità degli USA rivestendo in alluminio le superfici di controllo, I-ALDI è stato invece costruito in sette anni di lavoro da Luigi Aldini, raccogliendo le ultime raccomandazioni del leggendario progettista Stelio Frati, equipaggiando il cockpit con avionica moderna, pelle gialla stile Ferrari – niente di più adatto per l’aereo definito come la Ferrari dei cieli – ed elica tripala a sciabola realizzata in composito, insomma l’apice dell’evoluzione di questa splendida creatura di Frati.

Una volta atterrati i membri della formazione HAG gli occhi degli spettatori sono tutti per il Mudry CAP10C di Pierluigi Zito prima, che esegue un classico e armonioso programma da airshow, e per il Pitts S2B di Maurizio Costa dopo, che al programma tradizionale aggiunge manovre giroscopiche, consentite dalla robustezza del suo aeroplano e dalla rigidità dell’elica. Entrambi gli aerei utilizzano olio di vaselina sugli scarichi che ad alta temperatura vaporizza, lasciando bianche scie che enfatizzano le traiettorie tracciate nel cielo.

Segue il Boeing PT17 Stearman Kaydet del Com.te Piero Angiolillo, che sfoggia la classica colorazione giallo blu U.S. Army Air Corps, coerente con il suo passato da addestratore di piloti dell’esercito statunitense. La potenza garantita dal possente motore radiale e la configurazione biplana gli permettono di dipingere in cielo figure a velocità impossibili per un monoplano, deliziando gli occhi e le orecchie degli spettatori, fino a esibirsi in uno spettacolare “volo folle”.

Se lo Stearman ha riportato la mente al periodo tra le due guerre mondiali il Cessna L19 Bird Dog di Andrea Rossetto ci catapulta direttamente negli anni ‘60: questo specifico aereo ha servito nell’Aviazione Leggera dell’Esercito Italiano, ma dopo un restauro durato cinque anni Andrea lo ha reso identico al “Mekong Mauler” impiegato in Vietnam da Rick Shoup, warrant officer della 199th Aviation Company “Swamp Fox” dell’U.S. Army tra il ’68 ed il ’69. Si trattò del primo Bird Dog a ricevere la bocca di squalo. Lo stesso Shoup, che al Fly Party 2015 ha incontrato Andrea, ha affermato che si tratta probabilmente del più fedele restauro di un Bird Dog volante.

Adesso tocca ad una stella della “Formazione Legend”, il North American T-6A di Sandro Pagliarin, pilotato da Alberto Rosso, già Generale di Squadra Aerea. Questo meraviglioso addestratore ha dato le ali forse a migliaia di piloti di ogni nazionalità, compresi naturalmente quelli italiani.  L’esibizione del T-6 è seguita dal duo “Charlie 26″, composto da due ULM MB Avio C26, che danno un tocco di colore con le loro livree e fumogeni al cielo che nel frattempo è parzialmente oscurato da una copertura nuvolosa.

Nonostante la mancanza degli iconici MB339 della PAN è stato possibile sentire il suono del suo motore a getto Rolls Royce Viper, grazie al SOKO G-2 Galeb di Eduard Kovacic, e dopotutto nel cockpit un “Pony” è presente…si tratta di Antonino “Nino” Vivona, già pilota delle Frecce Tricolori. Il Galeb (Gabbiano) è un addestratore a getto che ha equipaggiato le scuole di volo dell’aeronautica militare jugoslava, esportato in Libia e in Zambia, e utilizzato anche durante la guerra civile nei Balcani.

Subito prima della pausa pranzo il Piaggio P166 decolla per provare il suo display, terminandolo appena in tempo prima di una pioggia che si protrarrà per circa mezz’ora. Questo bimotore prodotto dalla Piaggio, nato per il mercato civile, è stato adottato nella versione -M da Aeronautica Militare in origine come supporto logistico al Fiat G-91, ma successivamente impiegato come addestramento ai plurimotori, collegamento e aerofotogrammetria, fino alle sue ultime versioni, DL-3,  spinte da turboeliche.

La caratteristica ala a gabbiano e le eliche spingenti derivano dal suo predecessore anfibio, il Piaggio P.136.

Grazie ai diversi stand gastronomici presenti il pranzo non è un problema, e a pancia piena siamo pronti a riprendere lo show, con una significativa componente ad ala rotante. Decolla infatti l’ HH139 dell’ Aeronautica Militare per la sua dimostrazione di ricerca e soccorso, che esibisce il logo del Centenario sulla fusoliera. Da sottolineare che alcuni aerosoccorritori hanno sorvolato lo stesso territorio in circostanze non propriamente piacevoli, durante il terremoto del 2009, per non parlare del recentissimo impegno profuso in termini di uomini, donne e assetti nelle recentissime alluvioni che hanno colpito l’Emilia Romagna. Tutti questi pensieri vengono bruscamente interrotti dall’ingresso improvviso e a bassa quota di questa versatilissima macchina alle spalle del pubblico! Il display incomincia con la presentazione della bandiera italiana calata dal verricello con un operatore, e prosegue con il demo SAR.

Il pubblico è in visibilio, ma ecco che arriva una sorpresa ancora più grande, letteralmente! Vediamo infatti arrivare il gigantesco Erickson S-64F Air Crane dei Vigili del Fuoco, nato come gru volante per trasportare container o addirittura fusoliere di aerei cargo abbattuti in Vietnam, e adattato al ruolo di antincendio grazie ad uno speciale container che lo trasforma in un vero e proprio “bombardiere” capace di scaricare fino a 10031 litri di acqua in una o più soluzioni.

Mentre il Galeb va in volo una seconda volta gli altri aerei di HAG si preparano per effettuare la formazione, stavolta prevista come da programma: decollano in successione il P166, i due F8L e il FWP-149,effettuando una serie di passaggi armoniosi e coordinati.

I Vigili del Fuoco presentano anche un’altra efficientissima macchina, un Agusta Bell AB412 che si esibisce con un cestello antincendio appeso al gancio baricentrico.

Siamo così giunti alla conclusione della manifestazione, con il momento più solenne: il Cessna L-19 Bird Dog, insieme allo Stearman di Piero Angiolillo ed a quello di Giovanni Carugno, con l’emblema del gatto Felix, si esibiscono in una commovente missing man formation in onore di tutti i caduti di Aeronautica Militare Italiana, mentre a terra risuonano le note del silenzio, e molti tra gli addetti ai lavori scattano sull’attenti. Terminata la manifestazione ci godiamo il clima rilassante dell’aeroporto, in attesa di una cena che è una splendida occasione di stare tra amici e parlare di aviazione e non solo!

La domenica purtroppo il meteo si conferma dispettoso, così si opta per condensare lo show in mattinata per consentire ai partecipanti di raggiungere le loro basi di destinazione in totale sicurezza. Si tratta di una ulteriore occasione, se ce ne fosse bisogno, di confermare la bravura e la resilienza dei piloti HAG, che poiché il “nostro” Piaggione è costretto a partire immediatamente dopo il display senza atterrare, escogitano un programma -non ce ne vogliano le migliaia di appassionati delle Frecce Tricolori- per certi versi simile a quello della PAN, nel senso che mentre la formazione principale si allontana dal pubblico un solista, per questa occasione il Bird Dog, colma lo spazio “morto”. L’effetto è davvero convincente, salutiamo a distanza questi bravissimi appassionati e saliamo a bordo, stringendo bene le cinture, e comincia il display!

Dopo un decollo che mi sembra ancora più rapido di quello da Terni facciamo un circuito prendendo quota, ripresentandoci in asse pista per un saluto al pubblico, sbattendo le ali. La velocità aumenta, dopo aver sorvolato la pista ecco una virata sfogata a destra, e siamo nuovamente paralleli alla pista ma in direzione opposta! Chiudiamo il circuito, e sulla testata dalla quale pochi istanti prima avevamo staccato le ruote iniziamo una virata secca a sinistra. Ci ripresentiamo lungo l’asse pista, filiamo dritti e poi il muso punta verso l’alto, finchè non vedo gli zaini nel compartimento retrostante levitare in aria e ricadere, siamo a 0 G!!! Altro passaggio e altre virate, che dalla mia prospettiva personale somigliano sempre più a delle Schneider, gli occhiali diventano pesanti e dal grosso finestrino sembra di ruotare attorno ad un unico punto al suolo! Quando finalmente l’orizzonte ritorna orizzontale sfila sotto di noi un magnifico rapace, e poi di nuovo le bellezze dell’Italia centrale, finché improvvisamente veniamo rapiti dalla bellezza delle cascate delle Marmore e del lago di Piediluco, ormai ci siamo, l’avventura sta per finire, ma non prima di un pranzo a base di arrosticini.

Che dire, avevamo già visto la formazione HAG al raduno di fine estate 2021 a Terni, ma bisogna ammettere che grazie al coordinamento di piloti e al duro allenamento le abilità di formazione dei piloti sono incrementate notevolmente. La storia dei Fenicotteri è un inno alla passione per il volo ma anche all’amicizia e perché no, alla caparbietà, fattori che rendono possibile anche l’impossibile!

 

Testo: Antonio Di Trapani e Victoria Agronsky

Foto: Antonio Di Trapani

Video: Victoria Agronsky

Ringraziamo HAG Italy, in particolare Stefano Gambaro, Andrea Rossetto, Fabrizio ed Ennio Pivetta,  Giuseppe Anastasi e Lillo Castrini.

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