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F-35, tra mito e realtà

Uno degli argomenti più scottanti delle ultime giornate è l’F-35… se ne parla molto e non sempre in maniera corretta.

Ho sentito dire che “si incendia facilmente”, “che se si rompe il casco, il pilota perde il controllo del velivolo”, “il software non è sicuro” …

A queste osservazioni, la Lockheed Martin ha risposto con un comunicato presente sul loro sito che vi riporto integralmente.

In qualità di partner l’industria italiana contribuirà al programma F-35 Lightning II per i prossimi 30 anni e oltre, gestendo diversi aspetti, dalla produzione di parti e componenti all’assemblaggio finale del velivolo, dai ricambi alle attività di supporto a livello regionale. Fin dall’inizio del programma, l’industria Italiana ha dato un importante contributo al design e alla definizione delle capacità del velivolo e già oggi le parti e i componenti prodotti in Italia sono montati su tutti gli F-35 realizzati.

Sono oltre 25 le aziende italiane (la gran parte dell’industria italiana della difesa) coinvolte nelle fasi di sviluppo e produzione del programma, fra cui Alenia Aermacchi, Galileo Avionica, Selex Communications, Elsag Datamat e Otomelara del Gruppo Finmeccanica, e numerose altre aziende, come Aerea e Piaggio. Inoltre è in fase di ultimazione presso la Base Aerea di Cameri (Novara, Piemonte) lo stabilimento italiano destinato all’assemblaggio finale, manutenzione e revisione (FACO) dei velivoli.

La selezione delle aziende che partecipano al programma F-35 è basata su un approccio best-value per l’intera flotta di 3.000 aerei destinati ai mercati di tutto il mondo. Pertanto le aziende italiane che partecipano al programma di produzione potranno competere per i decenni a venire all’interno di un mercato e di una produzione industriale su scala globale.

CAPACITÀ DELL’F-35
L’F-35 Lightning II è il velivolo di quinta generazione che garantirà la sicurezza dell’Italia negli anni a venire. Tutte le varianti dell’F-35 condividono gli stessi sistemi di missione, in grado di fornire ai piloti la visuale completa del contesto. Grazie all’abilità di integrare diverse tipologie di informazioni e alla bassa visibilità propria del velivolo stealth, i piloti avranno a disposizione la migliore tecnologia esistente per compiere le loro missioni.

L’Italia riceverà 90 velivoli F-35, una combinazione di F-35A a decollo e atterraggio convenzionale e F-35B a decollo corto e atterraggio verticale. Questo mix permetterà alle Forze Armate Italiane di operare praticamente ovunque, incluse basi aeree, piste danneggiate, luoghi difficilmente raggiungibili e navi portaerei.

LA PARTNERSHIP GLOBALE PER IL PROGRAMMA F-35
L’Italia fa parte di un programma di partnership di livello globale per il programma F-35 che aumenterà l’interoperabilità tra le nazioni alleate. Con piloti impegnati a volare con gli F-35 in tutto il mondo, le Forze Armate Italiane potranno condividere e ricevere informazioni dai paesi alleati, attraverso gli avanzati sistemi di missione di cui il velivolo è dotato. Il programma di cooperazione internazionale ha già permesso ai nove paesi partner di condividere lo sviluppo del velivolo. Dal momento che più paesi sceglieranno di adottare l’F-35, la flotta potrà realizzare economie di scala sulla produzione, i componenti e il supporto globale, lungo tutto il ciclo di vita dell’aereo.

MITO/FATTO
Alcuni media stanno riportando notizie relative all’F-35 Lightning II che non corrispondono a verità. Riteniamo sia importante che i giornalisti abbiamo invece a disposizione i fatti. Ecco la verità sull’F-35. Ogni parte dell’envelope di volo è stata testata in volo e si dimostra pari o sta superando le attese in termini di performance. Siamo confidenti di raggiungere il completamento del programma di sviluppo previsto per il 2016. Continueremo a lavorare sul percorso di test così come è previsto nel programma.

Qui di seguito alcune precisazioni:

MITO: Ogni F-35 costa 200 milioni di dollari (146,5 milioni di euro).
FATTO: I velivoli fabbricati nei primi anni del programma costeranno più di quelli prodotti nella fase di piena produzione. Stimiamo per l’F-35A un costo pari 70 milioni di dollari (51,3 milioni di euro) a partire da quelli acquistati nel 2018.

MITO: Ogni casco per l’F-35 costa 2 milioni di dollari (1,4 milioni di euro).
FATTO: Il costo attuale del casco è di 600mila dollari (439 milia euro) ed è incluso nel costo totale del velivolo. Prevediamo che questa cifra diminuirà nel tempo, in linea con la graduale maturazione della tecnologia del casco.

MITO: Il casco per l’F-35 non funziona e senza il casco il velivolo non può volare.
FATTO: Abbiamo eseguito oltre 4.000 voli e 5.000 ore di volo con il casco e il feedback che abbiamo ricevuto dai piloti presso la Air Force Base di Edwards, la Naval Air Station di Patuxent River, la Air Force Base di Eglin e presso l’impianto di produzione di Fort Worth, è che essi approvano in pieno il casco. In autunno sono stati compiuti test dedicati proprio al casco e i risultati sono stati positivi, a indicare che i margini di miglioramento rimasti sono molto ridotti. Alcuni upgrade specifici sono già in corso e il nostro obiettivo è di continuare su questa strada. Se necessario, l’F-35 può assolutamente essere pilotato anche senza l’ausilio del casco.

MITO: A velocità supersoniche la coda dell’F-35 prende fuoco.
FATTO: Questa informazione è chiaramente falsa. Nel corso dei test in volo, abbiamo rilevato che al limite dell’envelope supersonico potevano verificarsi problemi di integrità del rivestimento esterno. Un nuovo procedimento di applicazione del rivestimento ha risolto il problema. Il nuovo procedimento è ora stato applicato a tutte le varianti.

MITO: Il software dell’F-35 è un “disastro”.
FATTO: Abbiamo concordato con il JPO un piano di sviluppo del software e lo stiamo portando avanti. I software finora provati sul campo, Block 1 e 2, stanno dando risultati molto positivi. Continuiamo a ottenere buoni risultati nei test in volo e feedback positivi da parte dei piloti al lavoro alla Air Force Base di Edwards, alla Naval Air Station di Patuxent River e alla Air Force Base di Eglin.

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