Curiosità

Recupero di un DC-3 in Antartide

Il 20 dicembre 2012 un Basler BT-67 operato dalla Kenn Borek stava decollando da una pista non preparata nei pressi di Holtanna Glacier (Antartide) quando nella corsa ha impattato un cumulo di neve che ne ha anticipato il decollo ad una velocità non sufficiente per il sostentamento, provocando il successivo stallo e l’impatto con la neve. Il carrello principale è collassato, i motori ed il cockpit danneggiati. Dei 15 occupanti solo due hanno riportato lievi contusioni.

Il Basler BT-67, prodotto dalla Basler Turbo Conversions di Oshkosh (USA), è derivato dal DC-3 con delle modifiche sostanziali per migliorarne le prestazioni e la longevità. Le modifiche riguardano principalmente l’impianto di propulsione, sostituito con due turboprop Pratt & Whitney Canada PT6, fusoliera alleggerita e irrobustita, avionica aggiornata, nuovo profilo e tip alari. Tutte modifiche necessarie per operare in ambienti estremi come l’Antartide.

Il DC-3 è uno degli aerei più diffusi nel settore del trasporto aereo della seconda guerra mondiale e nel dopoguerra, con più di 10.000 unità prodotte. Conosciuto anche come C-47 Skytrain in USA e Dakota in UK, è spesso associato alla figura di “Rosie the Riveter” (letteralmente “Rosie la rivettatrice”), un’icona culturale degli Stati Uniti, che rappresenta le donne americane che lavoravano nelle fabbriche durante la seconda guerra mondiale, molte delle quali erano impiegate in stabilimenti che producevano munizioni e rifornimenti di guerra, spesso sostituendo gli uomini impegnati nell’esercito.

La Kenn Borek Air, basata a Calgary (Canada), opera voli cargo e servizi di trasporto nell’Artide e Antartide e possiede 7  Basler BT-67.

Il BT-67 rimasto coinvolto nell’incidente del 2012 ha marche C-GEAI ed era stato soprannominato “Lidia”.

E’ rimasto più di un anno esposto alle intemperie vicino il ghiacciaio di Holtanna. Nel frattempo un team stava pianificando la missione di recupero.

Il team è decollato da Cape Town con un IL-76 con le parti di ricambio (nuovo cockpit, motori, carrello…)  e tutto il necessario (accampamenti, viveri…) per concludere la missione entro 2 mesi.

Guardando le foto del relitto e le condizioni avverse in cui hanno lavorato sembra quasi una missione impossibile….

… e invece dopo 44 giorni di duro lavoro “Lidia” è tornata a volare!

Questo video, ben fatto, riassume la storia del recupero di “Lidia” raccontata dai protagonisti https://www.youtube.com/watch?v=9ruArctYYbM

Foto di Don Wray – Altre foto e info su exposurealaska.com

 

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