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Il Tornado “Special Color” del Reparto Sperimentale Volo

  • Intervista ad Aldo Drudi

Aldo Drudi e la sua D-Perf da oltre vent’anni curano l’immagine dei migliori piloti MotoGP e Superbike al mondo. Dai caschi, alle tute, all’estetica della moto… Ha disegnato i famosi caschi di Valentino Rossi e collaborato con Ducati, Yamaha, Honda, Dainese e tante altre aziende. L’ultima creazione del suo D-Perf Air Garage è la Burasca, una concept bike nata sulle basi della Honda VFR 1200.

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Abbiamo avuto il piacere di intervistare Aldo Drudi e rivolgergli alcune domande riguardo questo ambizioso progetto.

D- Come nasce il disegno del Tornado Special Color?

R- Il disegno nasce in questo modo perchè abbiamo voluto essere coerenti e rispettare l’immagine del Gruppo, riprendendo i simboli del 311° GV e del Reparto Sperimentale Volo, il falco e l’Icaro. Abbiamo preso qualche licenza sui toni di colore, ma abbiamo ripreso comunque i colori rappresentativi, il nero e il rosso. La grafica è stata poi approvata dall’Aeronautica Militare e così abbiamo iniziato a lavorare. E’ stato quasi naturale riproporre sul Tornado la figura del falco, che ha una silhouette molto simile a quella del velivolo. Abbiamo dovuto valutare le posizione delle ali, per far si che tutto tornasse graficamente sia con le ali chiuse che con le ali aperte. Anche l’impostazione grafica dell’Icaro è stata quasi naturale, il piano di coda del Tornado è perfetto per ospitarlo ha un’inclinazione simile a quella dell’Icaro.

L’esperienza che abbiamo nel campo delle moto di corsa e dei caschi ci ha aiutato, e anche le superfici del Tornado hanno favorito il nostro lavoro. Il Tornado ha delle superfici facilmente “leggibili”, quasi piane, che ci hanno facilitato nella realizzazione del disegno. Quello che vedevamo nel disegno siamo riusciti a trasferirlo sul Tornado con un’approssimazione minima rispetto la realtà. Per esempio c’era tutta la carenatura del probe per il rifornimento che non era previsto nel 3D ed abbiamo dovuto adattare al momento.

D- Dopo aver studiato la livrea a livello grafico, come avete proceduto con la verniciatura? Quale tecnica avete utilizzato?

R- Dopo che il disegno è stata approvato, abbiamo iniziato lo studio di fattibilità. Abbiamo lavorato in squadra con gli specialisti di Pratica di Mare, i quali ci hanno supervisionati e affiancati. Loro hanno preparato l’areo: prima è stato sverniciato, successivamente è stato riverniciato completamente di bianco. Un lavoro svolto con grande professionalità. Ci siamo ritrovati il Tornadoin hangar, verniciato tutto di bianco… una meraviglia! Il bianco metteva in risalto le sue linee… A quel punto abbiamo portato il plotter a Pratica di Mare, tagliato la mascheratura stampandola in proporzione alle dimensioni reali dell’aereo, tutte le misure tornavano alla perfezione.

D- Quindi avete stampato delle maschere che andavano a ricoprire le parti che sarebbero dovute restare bianche?

R- Si, avendo applicato una base di vernice bianca, abbiamo mascherato le parti che dovevano restare bianche, lasciando scoperte quelle da verniciare. Abbiamo studiato la grafica in modo che i colori – il rosso, nero e blu avio – non si toccassero mai tra di loro, ma fossero separati sempre dal bianco.

D- Avete utilizzato questa tecnica per rendere il lavoro più “facile”?

R- Teoricamente si, ma devo dire che gli specialisti dell’Aeronautica Militare sono stati eccezionali. L’aereo di suo trasuda olio, hanno dovuto prima dovuto dare degli aggrappanti e verniciare in tempi brevissimi. La preparazione da parte del team è stata ottima.

D- Come avete fatto a lavorare sotto il Tornado, a verniciare la pancia?

R- E’ stato sollevato su alcuni martinetti, ma comunque lo spazio di lavoro era limitato. Poi il risultato finale si vede solo in volo… è stato difficile.

D- Devo dire che la leggibilità delle scritte sulla pancia del velivolo è ottima anche a diversi metri di distanza, così come l’effetto del rapace sul dorso e fusoliera.

R- Avevamo studiato un pò gli special color, ci siamo informati perchè siamo nuovi in questo campo, siamo andati a vedere cosa avessero fatto gli altri. Quasi mai hanno scelto la nostra strada, noi abbiamo seguito le linee naturali del velivolo, la livrea si adatta in maniera naturale alle forme del Tornado. Dall’altra parte questa scelta comporta una serie di complicazioni, “tirare” certe linee per 20 metri diventa un problema, tutti coloro che hanno realizzato delle special livery hanno localizzato la grafica solo su una parte del velivolo, o su una superficie. Abbiamo seguito una strada più complicata ma la sfida era quella,  ne è valsa la pena, il risultato pare sia stato buono leggendo le critiche.

D- In effetti era un pò di tempo che non si vedeva uno special color “totale” che coprisse tutta la superficie del velivolo

Al Reparto Sperimentale Volo sono stati lungimiranti, ci hanno dato fiducia partendo da un disegno. Ricordo con simpatia che gli stessi specialisti ci stavano aspettando con trepidazione, noi eravamo nuovi a questo tipo di progetto e dovevamo conquistarci la loro fiducia. Per prima cosa ho detto ai miei ragazzi di applicare l’Icaro e il falco per dare subito forma allo special color e per creare un’empatia con loro. Man mano che il lavoro andava avanti e che il disegno prendeva forma vedevo il team lavorare con entusiasmo. Un’esperienza clamorosa.

 

D- Quanto tempo è stato necessario per completare il lavoro?

R- Il processo di preparazione del velivolo è iniziato ai primi di settembre. Dopo i voli di prova (20 ottobre) abbiamo dovuto fare dei ritocchi. Per quanto il lavoro sia stato eccezionale abbiamo dovuto rivedere alcuni punti, soprattutto in corrispondenza delle superfici mobili e del meccanismo delle ali a geometria variabile.

D- Quale tipo di vernici sono state utilizzate?

R- Vernici speciali che ha in dotazione l’Aeronautica Militare, che noi non usiamo ne conosciamo, hanno una tenuta alla velocità e calore, rispettano gli standard aeronautici militari. Tutto materiale approvato da loro e verniciatura a ad opera del team della Sperimentale.

D- Quale è stata la cosa più difficile da realizzare?

R- La parte più difficile è stato far tornare i conti sulla pancia. Non avevamo modo di controllare la resa utilizzando la tecnica della “lontananza”, ovvero osservare il disegno a distanza di qualche metro per verificare che sia tutto armonico e proporzionato. Avevamo al massimo 2 metri di prospettiva ma appena lo abbiamo visto volare la prima volta abbiamo capito che era tutto… perfetto!

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Testo e Foto: Valerio De Cecco

From The Skies desidera ringraziare l’Ufficio Pubblica Informazione dell’Aeronautica Militare per l’occasione concessa, il Reparto Sperimentale Volo e il Magg. Alessandra Bandiera, Serg. Anna Mangiacapre, M.llo Gaetano Citarella per la disponibilità e accoglienza dimostrata durante la nostra visita al 311° Gruppo Volo.

Un sentito ringraziamento ad Aldo Drudi e Marco Poderi della D-PERF per la disponibilità e l’intervista concessa.

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