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“Flying the Feathered Edge”, la storia di Bob Hoover

Avete mai visto quel (famoso) video in cui c’è un pilota che, a bordo di un aereo da turismo bimotore, con una mano versa del tè da una caraffa mentre con l’altra comanda il volantino per esegue un tonneau, un giro completo sull’asse orizzontale?

Lui si chiama Robert A. “Bob” Hoover, noto anche come “The pilot’s pilot”, il pilota dei piloti. Un soprannome che si è guadagnato nel tempo conquistando l’ammirazione di tutti i piloti.

La sua storia è ricca di interessanti aneddoti che nel film documentario “Flying the Feathered Edge: The Bob Hoover Project” sono raccontati da Bob Hoover in persona.

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Il fim documentario, diretto da Kim Furst, è frutto di un lungo lavoro di 3 anni durante i quali con il suo team hanno recuperato testimonianze, immagini e video rari dai vari archivi sparsi per gli Stati Uniti e online grazie al supporto dei fan che erano a conoscenza di questo progetto.

Il titolo “Flying the Feathered Edge” deriva dal fatto che Hoover ha speso la sua intera carriera volando al limite dell’inviluppo di volo dei numerosi aerei che ha pilotato.

Sabato 10 ottobre 2015, dalle 9.30 presso il Museo Volandia – Sala Conferenze e dalle 18.00 presso L’Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni, una giornata dedicata all’Aeronautica e ai suoi protagonisti. La regista Kim Furst presenta all’Istituto Antonioni il film “The Bob Hoover Project. FLYING. The FEATHERED EDGE”, film sulla vita del leggendario pilota Bob Hoover. Dopo la proiezione Apericena con gli ospiti. Ingresso libero e gratuito, necessaria la prenotazione.

La mattina presentazione presso il Museo Volandia del progetto.

Per maggiori informazioni e per partecipare all’evento, contattare

Delia Durione: delia.durione[at]volandia.it – 0331 2306402

Nato nel 1922 nel Tennessee, Hoover si è appassionato di aviazione quando da bambino ha assistito all’impresa di Charles Lindbergh. Da quel momento ha iniziato a disegnare aerei e a costruire aeromodellini.

A 15 anni iniziò a lavorare in una drogheria dove guadagnava 2$ per 16 ore di lavoro al giorno. Con quei 2$ si poteva pagare 15 minuti di lezione di volo in un Piper Club presso il Berry Field di Nashville. Nell’arco di un anno aveva accumulato 8 ore di volo che gli consentirono di effettuare il primo volo da solista.

Ad ogni decollo però Hoover avvertiva un senso di nausea che non riusciva a gestire. Iniziò cosi a compiere manovre acrobatiche per prendere confidenza e combattere la nausea, riuscendo nel suo intento.

Nel 1940 iniziò la carriera militare nella US Army. Come primo incarico fu assegnato al 105th Observation Squadron ed era un mitragliere di coda. Grazie ad una modifica al regolamento, non era più necessario avere 21 per diventare pilota, ma ne bastavano 18, così Hoover fece richiesta e fu assegnato ai bimotori da trasporto. Ma lui desiderava diventare un pilota da caccia, per questo grazie alla complicità di un sergente, riuscì a barattare il suo posto con quello di un pilota assegnato alla linea caccia che invece voleva andare ai trasporti.

Iniziò a volare sull’AT-6, poi P-39 e P-40. Nel 1942 fu dispiegato a Atcham airfield, Gran Bretagna, dove ebbe la possibilità di volare con gli Spitfire.

Dopo l’invasione dell’Africa da parte degli Alleati, Hoover fu trasferito a Casablanca, Marocco, dove aveva il compito di testare in volo gli aerei che venivano assemblati sul posto. Come raccontato in “Flying the Feathered Edge”, questa esperienza lo fece crescere molto, in quanto aveva la possibilità di volare molte ore con aerei diversi e dover risolvere quotidianamente problemi di ogni genere dovuti a negligenze in fase di assemblaggio.

Dimostrò le sue abilità quando, durante la presentazione del Lockheed P-38 Lightning davanti ad una delegazione francese, iniziò ad eseguire manovre acrobatiche a bassa quota spegnendo uno dei due motori. In un’altra occasione dimostrò le sue abilità al poligono, compiendo 4 looping consecutivi centrando l’obiettivo al termine di ogni loop.

Successivamente fu assegnato al 52nd Fighter Group rischierato in Sicilia, dove volò con gli Spitfire. Nel 1944 fu abbattuto da un Focke-Wulf Fw 190 e fu catturato.  Dopo 16 mesi di prigionia fuggì dal campo di detenzione a bordo di un Focke-Wulf Fw 190 rubato dal vicino campo di aviazione. Come lui stesso ammette nel film documentario, questa impresa fu tanto coraggiosa quanto pericolosa: si trovava in volo con un aereo tedesco e rischiava di essere abbattuto dai sui “colleghi” americani! Riuscì comunque a fuggire e, non avendo carte aeronautiche, seguì la costa alla ricerca dei mulini a vento, segno che si trovava in Olanda, un territorio “amico”.

Al termine della guerra fu assegnato al Flight Test Division di Wright Field dove continuò la sua esperienza su numerosi velivoli, tra cui quelli catturati ai tedeschi durante la guerra come l’Heinkel 162 e il Messerschmitt 163 Komet, di cui racconta l’esperienza sempre nel film documentario. Hoover ricorda anche la sua partecipazione al progetto X-1, il primo aereo a superare la barriera del suono (ve ne abbiamo già parlato nell’articolo Oltre ogni barriera). Fu lui a scattare questa foto dal chase plane, l’aereo che accompagnava l’X-1 nel volo supersonico

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Non fu lui a pilotare l’X-1 nel primo volo supersonico, ma Chuck Yeager. Hoover pagò a caro prezzo una bravata compiuta per far contento un suo amico che aveva millantato ad amici e parenti di essere un pilota di Lockheed P-80 Shooting Star, il primo caccia con motore a reazione statunitense. Al ritorno da una missione di volo, Hoover portò in volo il suo amico ed eseguì due passaggi in volo rovescio sul campo di Springfield. Qualcuno segnalò alla Civil Aeronautics Administration una violazione di sicurezza e quando il colonnello Boyd (comandante del Flight Test Division) convocò Hoover nel suo ufficio gli comunicò che a causa di questa bravata non era  più il primo pilota dell’X-1. Forse questo è stato il momento più difficile nella sua carriera, mentre racconta questo episodio in “Flying the Feathered Edge” dalla sua voce traspare molta amarezza.

Chuck Yeager e Bob Hoover restarono comunque buoni amici, come dimostrano queste parole dedicate da Yeager a Hoover nella sua biografia, “Vivere per Volare“:

Bob è semplicemente una leggenda vivente..
Pilota da guerra prima e poi assegnato alla sezione collaudi caccia alla base Wright.
Sopravvissuto a 20 incidenti gravi, tutti per guasti tecnici.
Una volta riuscì a tornare a Wright con motore fermo, rimbalzando con carrello sul tetto di un autocarro in movimento per riguadagnare quota e scavalcare lo steccato.
Gli piacevano gli scherzi..
Una volta si recò in un piccolo aeroclub di Dayton e si iscrisse ad un corso di lezioni di volo, tenuto da una bionda che non finiva più.
Quando venne il momento del decollo da solista, molti di noi andarono ad assistere alla scena.
Decollò, si levò sul campo, e poi picchiò dritto giù, fece un tonneau, mancando di un pelo gli hangar, si esibì in vari looping e viti, insomma ne combinò di tutti i colori.
La sua istruttrice nascose la faccia tra le mani e fu per svenire, ma quando ci vide li , tutti in divisa che ridevamo come matti, capì di essere stata presa in giro.

Nell’autunno del 1945 Hoover ed io cominciammo ad organizzare esibizioni aeree con i P80- shooting star.
Il pubblico non aveva mai visto un aviogetto.
La gente veniva a guardare l’aereo chiedendoci come facesse a volare senza elica.
Io facevo mettere un volontario dietro l’ugello con un foglio di giornale in fiamme.
Poi giravo l’accensione ed il motore s’accendeva.
La folla credeva veramente che fosse stato il volontario ad avviare il motore….

Un giorno decollai sull’aviogetto Bell P-59.
Era il mio secondo volo su quell’aereo e conoscevo appena le apparecchiature di bordo.
Improvvisamente un caccia ad elica P-38 venne in picchiata su di me.
Non potevo crederci!!.
Nessuno dei piloti collaudatori aveva mai ingaggiato un duello aereo, ma questo tipo sembrava ben deciso a battermi.
Frustai l’aviogetto e richiamai in una cabrata verticale, non mi rendevo conto di quello che stavo facendo, ragion per cui andai in stallo.
Io stavo cadendo in vite mentre quel maledetto P-38 s’avvitava verso l’alto; entrambi gli aerei erano senza controllo e passammo a non più di tre metri l’uno dall’altro.
Precipitammo entrambi , finchè a bassa quota, riprendemmo il controllo degli aerei.
I motori fumavano ed erano al massimo.
Finalmente lui disse – Senti, è meglio che la piantiamo prima di romperci le chiappe –
Non sapevo chi fosse.
Atterrammo e mi avvicinai per conoscere quel tenente alto e smilzo.
Si chiamava Bob Hoover….

A distanza di circa un anno fu vittima di un brutto incidente durante i test dell’F-84 Thunderjet. Dovette eiettarsi e urtò i piani di coda, fratturandosi entrambe le gambe. Riuscì, con molta difficoltà, ad attivare il paracadute ed a toccare terra. Non ci volle molto per rivederlo a bordo di un aereo!

Lasciò l’Air Force nel 1948 per diventare test pilot e dimostratore della North American Aviation, dove volò su aerei come T-28 Trojan, FJ-2 Fury, AJ-1 Savage, F-86 Sabre e F-100 Super Sabre.

Nel 1955 divenne direttore marketing e responsabile delle relazioni dei clienti della NAA. Il suo compito principale era quello di dimostrare e vendere gli aerei della NAA, mostrando ai clienti tutte le potenzialità dei mezzi. Inoltre fu incaricato di valutare la divisione Aero Commander della Rockwell, che produceva lo Shrike Commander, un aereo bimotore a pistoni. Come dichiara Hoover stesso, la Aero Commander produceva uno Shrike al mese e perdeva 13$ di dollari l’anno. Per aumentare le vendite ed attirare l’attenzione su questo modello, Hoover decise di elaborare un programma di volo acrobatico da compiere con lo Shrike, riprendendo le manovre che già effettuava con il P-39… ed ebbe successo. La produzione dello Shrike aumentò fino a 8 modelli al mese.

Hoover è una maestro nel saper dosare l’energia e compiere manovre anche a motore spento. A dimostrazione della sua precisione e accuratezza, sono celebri le sue esibizioni con lo Shrike

Negli anni ’60 Hoover fu il fautore di una nuova iniziativa, promuovere l’aereo più famoso della North American, il P-51 Mustang, negli airshow in giro per gli USA. Le sue esibizioni con il P-51 Mustang (N51RH) giallo, soprannominato “Ole Yeller” divennero famose e attirarono numerosi appassionati.

Famose sono anche le sue partecipazioni alla Reno Air Race in qualità di “first official starter” a bordo del suo P-51 Ole Yeller.

“Flying the Feathered Edge” di Kim Furst raccoglie tutti questi episodi (e molti altri) legati alla carriera di Hoover raccontati direttamente dalla sua voce e dai tanti illustri personaggi che sono intervenuti, come Neil Armstrong (astronauta, primo uomo sulla Luna), Harrison Ford (attore premio Oscar e pilota privato), Burt Rutan (famoso ingegnere aeronautico, sua ultima creazione la SpaceShipOne ), Dick Rutan (autore del primo volo intorno al mondo senza scalo), Carroll Shelby (fondatore della famosa casa automobilistica Shelby), Gene Cernan (ingegnere aeronautico, pilota, astronauta), George E. Bud Day (ex colonnello USAF pluridecorato), Clay Lacy (pilota, autore di numerosi record aviatori, fondatore dellaa prima compagnia executive jet charter in USA…), Sean D. Tucker (famoso pilota acrobatico), John R. Dailey (direttore dello Smithsonian National Air and Space Museum)…

Un film documentario imperdibile, della durata di 86 minuti, disponibile in DVD e Bluray, in lingua inglese (sottotitoli in inglese). Il modo migliore per conoscere “The pilots’ pilot”.

Tutte le informazioni su www.thebobhooverproject.com

 

Fonti

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